La fine della storia

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La stanza di un ospedale non è diversa da quella di una clinica privata, pensò Amelia. Non era vero, lo sapeva anche lei, ma aveva la sensazione che niente ormai avesse più importanza. Né i soldi, né la posizione sociale. Le faceva rabbia la consapevolezza di averlo saputo anche prima, di averlo detto addirittura, in chissà quali discussioni intellettuali sulla vita...

«Il dottore mi ha detto che passerà appena ti sei sistemata.», disse Clara con voce stanca, entrando in quel momento nella sua stanza. La valigia era già aperta sul letto, ma Amelia non aveva toccato niente. Se ne stava immobile a fissare le sue camicie da notte, comprate nuove per l'occasione. Aveva un mezzo sorriso sulle labbra, incapace di decidere per cosa esattamente stesse sorridendo.

Clara le si avvicinò e senza nemmeno sfiorarla, cominciò a prendere le camicie e la vestaglia dalla valigia. Silenziosa, faceva avanti e indietro dal letto al piccolo armadio, riponeva tutto con cura.

Non aveva mai creduto di poterlo pensare, ma in quel momento Amelia era felice che Clara fosse sua sorella.

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Erica era seduta a guardare la televisione sul divanetto del soggiorno, quando Amelia arrivò a casa di sua sorella quella sera. Nicola, che era venuto a prenderla, la seguiva con la sua piccola valigia. Clara uscì dalla cucina con in mano uno straccio, intenta ad asciugarsi. Dalla cucina arrivava anche l'odore di una di quelle elaborate cene che impegnavano sempre la sorella. Si scambiarono uno sguardo, prima lei e Clara, poi Clara e Nicola.

Erica nel frattempo si era alzata e con uno sguardo allegro si dirigeva verso la zia. Qualcosa però nell'espressione di Amelia la fermò. Gli occhi della ragazzina si abbassarono sulla valigia e una smorfia preoccupata le salì alle labbra.

«Papà?», disse tremante.

Nicola abbozzò un sorriso. «Zia Amelia viene a stare da noi per un po'.», le rispose.

Clara si avvicinò a loro e chiese ad Erica di sedersi sul divano con lei, mentre Nicola e Amelia si sedevano al tavolo da pranzo.

«Erica, - disse allora la madre - zia Amelia sta poco bene. La settimana scorsa, quando è stata in clinica... le hanno detto che deve sottoporsi a delle cure e, noi vogliamo aiutare la zia, vero?»

Amelia guardò la nipote che annuiva alla madre, ipnotizzata dagli occhi di Clara, dalla sua voce calma. Capì che anche lei aveva bisogno di quella sicurezza, che aveva bisogno di sua sorella e di sua madre. Capì che Clara aveva ragione, che niente e nessuno può insegnarti come essere madre. Lo si è e basta.

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