«Forse non voglio essere salvata stavolta e di certo non da te.», replicò asciutta.
«Non ti sto chiedendo niente, Amelia, solo di vederci per un caffè. Hai paura di me?»
«Mi vuoi vedere? Vieni qui da mia sorella, dopo pranzo.»
«Stai scherzando?»
Amelia sorrise, amara. Poteva sentire la paura nella sua di voce adesso. Forte e chiara.
«Va bene.», capitolò Luciano, fin troppo facilmente. Chissà cosa gli serve, pensò Amelia, cattiva.
«Sei impazzita?», chiese Clara, mentre lei riponeva la cornetta.
Amelia scosse la testa ridendo. «Non potevi esserti arresa così facilmente, avrei dovuto capirlo!»
«Ci mancherebbe! Tu hai chiesto a Luciano, quello che mi chiama megera, di venire qui in questa casa?»
«Non ti preoccupare. Appena vedrà questo - disse indicando il fazzoletto che le velava la testa - il caro signor Peter Pan se ne scapperà a gambe levate. È allergico a cose del genere, credimi.»
* * * *
«Me lo ha detto Nanda.»
Amelia non rispose, non subito. Si alzò dal divano e per un attimo si pentì di aver mandato Clara e il marito in cucina. Aveva bisogno di qualcuno su cui posare gli occhi, qualcuno che le ricordasse la realtà. Perché la voce grave di Luciano, gli occhi seri non erano la realtà, erano qualcosa a cui non era abituata.
E invece no, era quella la realtà. D'un tratto tutto le ricadde addosso come un secchio di acqua gelata. Le cure, la chemio, il dolore. Cullata e coccolata dalle sferzanti battutine di Clara, dal rispettoso silenzio di Nicola e dall'affetto di Erica, Amelia aveva quasi dimenticato per un attimo la realtà e cioè che stava per morire. Le cure allungavano la distanza dalla fine, ma non erano infinite, lo sapeva bene.
«L'ho incontrata ieri in un bar, durante la pausa pranzo. - stava dicendo adesso Luciano - Le ho chiesto come stavi e lei non mi ha risposto. Ha parlato per un po', questo sì, ma non mi ha detto proprio niente. Ho cominciato a fare le mie solite battute sceme, quelle che ti facevano arrabbiare, sperando che mi dicesse qualcosa, una cosa qualsiasi... che te n'eri scappata di nuovo in Giamaica, che stavi benissimo e avevi trovato uno meglio di me. Avrei gradito qualsiasi cosa, credimi, ma non la faccia che aveva. Continuava a non rispondere in modo diretto, non mi ha rimproverato, non mi ha detto che ero uno stronzo perché mi ero lasciato scappare te... le cose che mi diceva sempre...»
Amelia tossicchiò, continuando a girovagare per la stanza, senza girarsi verso di lui.
«Non lo so come ho fatto, perché lo sai che non sono mai stato molto sveglio. Però l'ho capito subito che c'era qualcosa che non andava, prima ancora di chiederle come stavi.»