Amelia sorrise felice, stavolta, al sentire la voce della sua piccola peste. Il telefono non aveva smesso di squillare un istante quel giorno, ma quella era la prima telefonata che gradiva davvero.
«Assolutamente no! Lo sai che sei...»
«La tua nipotina preferita...»
«Nonché l'unica!»
Entrambe scoppiarono a ridere per quel loro giochetto usuale. «Come stai, Erica? - continuò Amelia - Non ci vediamo da quando sono tornata dalla Giamaica, tesoro. È già ricominciata la scuola?»
«Eccome! - rispose la ragazzina, sbuffando - E sai cosa succede quando la scuola inizia no?»
«Uhm... vediamo... - disse la zia, fingendo di pensarci su - di solito scopri qualche nuovo ragazzo che ti piace e non ti si fila... hai un nuovo prof che ti odia... e... ah sì, tua madre comincia a vietarti di uscire e andare in un posto qualsiasi che non sia la scuola.»
«Ehm... no, stavolta non ci hai beccato, zietta! Ti sei dimenticata quella più divertente... - la voce di Erica cominciò ad abbassarsi - È anche quando mamma e papà, di ritorno dalle vacanze, decidono che è arrivato il momento di...»
Amelia si portò una mano alla fronte, dove una fitta insistente cominciava a farsi sentire. Parlare di sua sorella e del marito le procurava sempre dei forti mal di testa. «No, ti prego non me lo dire! Hanno ricominciato con la storia del divorzio?»
Erica sospirò. «Eh già. Un'altra volta.»
Amelia sentì che la voce di Erica tremava appena.
«Ne sei sicura tesoro? Sai come sono fatti i tuoi genitori...»
«Amì, me ne voglio andare da qui, non ce la faccio più. Non ci pensano mai a me.», sbottò allora la nipote. Amelia continuò a massaggiare la tempia dolorante.
«Allora facciamo così: domani ti vengo a prendere a scuola e ti porto a pranzo fuori. Così ne parliamo con calma e mi racconti tutto. Ti va?»
* * * *
Per la terza volta quel giorno Amelia sentì il bisogno di andarsi a chiudere in bagno. L'unica ragione per cui aveva accettato di passare la domenica a casa di sua sorella stava seduta accanto a lei, con gli occhi gonfi e le mani serrate sul bordo della sedia. Ed era anche l'unica ragione per cui non si era ancora andata a chiudere in bagno. Erica era sull'orlo di una crisi di nervi e Amelia non aveva idea di come aiutarla. All'ennesimo insulto, nemmeno tanto velato che Clara, sua sorella, lanciò contro il marito Nicola, Amelia non ne poté più. Vedendo che il cognato si accingeva a rispondere per le rime, Amelia sbatté con violenza una mano contro la tavola apparecchiata, facendo tintinnare pericolosamente i bicchieri di cristallo del corredo di Clara.
I due coniugi si immobilizzarono per un attimo, fissandola a bocca aperta.