Le sue amiche risero con lei, mentre Willy l'aiutava a rialzarsi. Proprio in quel momento un giovanotto pallido di non più di trent'anni si stava avvicinando, trafelato, nei suoi pantaloncini chiari e larghi e una maglietta che lo definiva come parte dello staff dell'albergo.
«Signora, signora. Non sono riuscito a trovare medico...», disse con il fiato corto e un forte accento tedesco.
«Solo un tedesco può venire a fare il facchino in un hotel in Giamaica, giuro!», mormorò Amelia, mentre si ripuliva il fondoschiena, non troppo signorilmente, dalla sabbia che le si era appiccicata addosso. «Non ho bisogno di un medico, grazie. - continuò poi ad alta voce - Ormai sto bene. È stato solo un colpo di calore. Stamattina ho mangiato, ma il sole è forte e se il mondo smettesse di girarmi attorno vorticosamente sarebbe...»
A quel commento le due amiche, allarmate, cominciarono ad accavallare consigli: «Siediti... la testa fra le gambe... acqua e zucchero...»
«Alt, alt... sto scherzando! Va tutto benissimo, sono stabile, vedete? - disse dimostrando che riusciva a camminare reggendosi da sola - Quindi, adesso torniamo nelle nostre stanze, ci facciamo un doccia e andiamo a mangiare, che ne dite?»
* * * *
«Salve, parlo con quella donna avventurosa, sexy e futuro amministratore della Delta-V, che non mi ha ancora raccontato com'è andato il suo viaggio nella scandalosa Giamaica?»
Amelia sorrise nel sentire la voce che parlava all'altro capo del telefono. Era un sorriso cauto il suo però; non sapeva ancora se quella chiamata sarebbe stata una piacevole sorpresa o se dovesse invece aspettarsi il peggio.
«Luciano! - disse con voce cautamente gioiosa - Non pensavo nemmeno che fossi in Italia...» E tutto mi aspettavo, tranne che ti interessasse qualcosa del mio viaggio o... di me!, aggiunse silenziosamente.
«E invece...» continuò lui, la voce roca. Amelia si allarmò. Quando Luciano usava quel tono poteva voler dire solo che l'avrebbe presto fatta sentire in colpa per qualcosa. Amelia stava appena cominciando a pensare a cosa avrebbe escogitato questa volta, ma era chiaro che il pretesto era il viaggio.
Partire per la Giamaica era stata una sfida. Avevano litigato per l'ennesima volta sul loro rapporto e su cosa significasse per ognuno di loro e alla fine Amelia glielo aveva annunciato.
«Vado in Giamaica. Con Giulia e Nanda. Mi chiedono ogni anno di partire con loro e io rifiuto sempre, per un motivo o per un altro e perché non mi va di fare da terzo incomodo con le loro famiglie. Ma la realtà è che spero, ogni dannato anno, che tu finalmente ti decida a portarmi con te e a rendere visibile a tutti la nostra relazione. Ma la realtà è che tu non hai una relazione con me, sono io ad essere impegnata con te e questo non mi va più. E dato che sono una zitella di quasi quarant'anni, ho deciso che sarò una zitella felice e me ne vado in Giamaica!», aveva sbottato alla fine, la borsa già a tracolla e pronta a lasciare l'appartamento di Luciano.