La fine della storia

futuro. Adesso non ha più importanza. Se anche tu fossi cambiato davvero, se anche votassi del tutto la tua vita a me, a che mi servirebbe adesso?»

«Si ama a termine allora? C'è una data di scadenza?»

«Tu nemmeno lo sai cos'è l'amore.»

«No, hai ragione, non lo so. Spiegamelo tu. Di cosa si ha bisogno per amare e chi lo decide quando è amore e quando non lo è? Adesso io non posso amarti perché sono stato un idiota? O forse è perché non hai più i capelli? È per i figli? È perché stai morendo? Be', stiamo morendo tutti Amelia, prima o poi stiamo morendo tutti... Non lo so cos'è l'amore perché non lo so chiamare così. Non sono mai stato convinto che un pezzo di carta e una fede facciano una qualche differenza. Per questo non posso amare?»

«Non ti voglio per pietà o per senso di colpa!», urlò allora Amelia.

«Pensi che sia tornato da te solo perché stai male? Sarebbe bastato che mi chiamassi, anche solo il giorno dopo. Sarebbe bastato niente e io sarei tornato da te, se tu mi avessi voluto... Io però non posso diventare diverso da come sono. Ho accettato il fatto che non ero come volevi e mi sono fatto da parte.»

Amelia lo guardò dritto in faccia, chiedendosi ancora una volta se fosse sincero. La verità è come un battito di farfalla che ci sfugge tanto è veloce. Forse non avrebbe mai saputo cosa era giusto e cosa no, non avrebbe mai avuto la certezza di niente. Forse l'errore stava proprio lì in quella agognata e irraggiungibile verità.

«Nessuno è come lo vogliamo, vero?», disse infine.

«No Amelia, temo che ci sia sempre qualcosa che non va in ognuno di noi. Di te però mi andava bene tutto, te lo giuro.»

Amelia chiuse gli occhi. «Ho paura...»

Luciano si avvicinò a lei, timidamente. Alzò una mano, coraggiosa stavolta, e le accarezzò piano la guancia. Poi con l'altra le strinse una spalla.

«Mi ci dovrò abituare mi sa. A non essere il solo che ha paura, dico.»

Amelia si strinse a lui. «Ci dobbiamo abituare a tante cose.»

«Sai... mi sa che per una volta mi sono sbagliata. - disse Clara a Nicola, abbracciando la figlia - Forse non è vero che le cose sbagliate devono finire per forza...»

«Erica, - rispose allora Nicola - per favore segna questa data sul calendario!»

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