Il meglio che possa capitare ad una persona onesta...

...è tutto spiegato nell'articolo. Troppo lungo? Forse si... Questo fatto è stato spunto di una forte riflessione ed autocritica...per questo l'ho scritto anche se non so quanto può interessare... Il messaggio secondo me è importante.

Mercoledì 14 novembre. Entro in classe convinta di svolgere tranquillamente il mio dovere spiegando l'uso dei tempi del passato. "Professoressa, prima di iniziare avremmo bisogno di parlare dieci minuti". Come non detto. Facce serie, libri chiusi. Silenzio inconsueto. Ascolto. "Ieri c'è stato il Consiglio di classe. Voi prof avete detto che non vi rispettiamo, che usiamo il telefonino in classe, che non facciamo il nostro dovere". Rispondo fornendo le dovute spiegazioni e dicendo che dal momento che io non uso il cellulare in classe, nemmeno loro devono farlo. Proteste. "Ma noi lo abbiamo fatto per provocare dato che altri prof lo fanno continuamente, rispondono al cellulare anche mentre interrogano!". Vampata di vergogna per i miei colleghi. Occhi fissi su di me. "Perché non ne parlate con questi prof?". "Lo abbiamo fatto. Si è arrabbiato. Ci ha interrogati e abbiamo preso 4!". Vergogna tremenda per i miei colleghi e dal profondo della mia coscienza una voce...:"Niente lezione. Oggi parliamo". Discussione. Un'alunna porta l'esempio di Jose Dioli. "Lei sa chi è vero?". Ho risposto che non lo sapevo. Ulteriore vergogna. E voi, lo sapete...?

Jose Dioli è il responsabile dell'ASLO, associazione per la sicurezza dell'ortomercato di Milano, il più grande mercato all'aperto d'Italia. Da un anno denuncia le condizioni di lavoro nero, illegalità e insicurezza nell'ortomercato gestito dalla Sogemi (società il cui consiglio di amministrazione è nominato dalla giunta comunale in carica). L'onesto lavoratore in questione svolge da anni un lavoro pesante, diventa sindacalista e inizia a denunciare all'ispettorato del lavoro cosa accade in quell'ambiente. Tre morti nel giro degli ultimi anni, lavoratori in gran parte clandestini ridotti in condizioni di shiavitù, norme di sicurezza ed igiene ignorate, persone che lavorano in condizioni di vero pericolo per non più di 1.200 euro al mese (questo se si è italiani. I clandestini lavorano 250-300 ore al mese per 800 euro). Ed ecco allora il meglio che gli possa capitare...: minacce di ogni tipo, casa incendiata, silenzio delle istituzioni. Dioli dichiara: "ho fatto i nomi delle ditte che usano clandestini, alla Sogemi ho denunciato le condizioni di lavoro ma non cambia nulla. Possibile che non si possa far nulla?"

Bè, ecco il semplice meccanismo che in ogni settore in Italia si rispecchia in modo più o meno grave...: Denuncio un'irregolarità, vengo minacciato. Possibili vie d'uscite? Il silenzio e l'omertà o il coraggio. Ma quanti scelgono la seconda?

Ecco perché dopo quella conversazione con gli alunni, il giorno successivo in sala insegnanti, davanti ai miei colleghi al gran completo, dieci facce stanche e grigie, anch'io ho detto: "Avrei bisogno di parlare dieci minuti".

O è forse ormai scontato in Italia che chi fa in modo onesto il proprio lavoro debba sentirsi "meno furbo" se non, come nel caso del signor Dioli, minacciato, lasciato solo dalle istituzioni? E questo è il meglio che possa capitare...nessuno si stupisca se i nomi di persone che hanno il coraggio di affrontare in modo onesto il proprio lavoro continueremo a trovarli sui giornali soltanto da...morti.

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