May

Fragorose cascate di baci
fili di  perle
le tue risa splendono in un assolato e pigro mattino
le primule
riscoprono il piacere di guardare le tue mani danzare
una foglia
venuta da chissà dove continua a nuotare nel vento
l'erba novella
ospita gioiosa il segreto di un tuo respiro
il dolce salice
ti avvolge con le sue fronde illacrimate...
Hai mai amato qualcuno come io amo te?...


Acqua sullo specchio

Morbide volute di fumo
soffici stelle ammiccano dalla volta
tenui riflessi si sciolgono
mobili messaggi di un'anima morta forse
ma ancora viva nei ricordi
rilucenti di erburneo splendore
e tu
conservi ancora briciole di note
portate dal vento
perse da chissà dove...
Risuoni al chiarore di emozioni straniere
perle sparse nel nulla che tutto abbraccia.
Come il buio allaccia a sé il cosmo
stringi al cuore la sofferenza,
scivoli accanto alla vita
acqua sullo specchio


Due pupazzi azzurri

 

Su un prato di infanzia e lenzuola
due bambolotti dalle pezze abbracciate
guardano le stelle di cemento
sotto un lampadario di luna.


La sua luce azzurra, che ammicca al bimbo
e ne culla il sogno,
veste d'angeli le toppe in amore,

Freddo

Batti ancora una volta
fino in fondo
oltre le ore perse
oltre i ricordi ormai bagnati
di scintillanti gocce di momenti
entrati dentro
scivolati
immersi
nel nulla
cammino sul filo d'argento
in equilibrio cado sempre più in fondo
mentre sale
il battito sempre più forte a riempire
ormai un pozzo senza fondo
freddo


   

Oh, fatemi una maschera

 

Oh, fatemi una maschera e un muro per nascondere  alle spie

Dei vostri occhi aguzzi e laccati ed artigli occhialuti

Lo stupro e la rivolta negli asili infantili del mio volto

Mordacchia d'albero ammutito a bloccare contro i nemici scoperti

La lingua baionetta in questo enorme pezzo da preghiera

(Questa bocca) e la tromba delle bugie soavemente sonata,

Espressione di tonto scolpita in quercia ed antica armatura

Per proteggere il cervello corrusco e smussare  gli ispettori,

E un vedovile dolore unto di lacrime languente  dal ciglio

Per velare la belladonna e lasciare che gli occhi asciutti

Scorgano gli altri tradire le lagnose bugie delle loro sconfitte

Con la curva della bocca nuda e il sorriso sopra i baffi 


Fiele

 

Affonda, una volta in più,
ogni volta di più,
sottile,
si insinua
sotto la pelle
scivola
in gola,
greve sapore di fiele
la bocca
Batte e ribatte
poi scoppia.
Il peso, il suo,
sale, si blocca.
E' lì,
 sul mio letto,
nel mio petto.
Mi guarda,
non parla
e scava,per diletto...

 

senza titolo :P

 

Grevi veli

Cupe fronde

Fievoli rivoli

Scendono pigri sul letto di giada

Ferito al tramonto di vite perdute

Del tempo che fu.

 

La fine della storia

 

Senza capire cos'era successo, la donna sollevò appena la testa, gli occhi socchiusi. Tre visi sconosciuti le stavano davanti e la scrutavano preoccupati.

«Si sveglia, si sveglia», stava dicendo uno di quei visi.

Amelia non riusciva a ricordare dove fosse. Sentiva un peso sullo stomaco e respirare le provocava un dolore acuto al petto. Sentiva gli occhi gonfi e tenerli aperti, con quella luce strana, le costava fatica. Sentiva una delle proprie gambe ripiegate sotto di sé e un braccio estraneo che le sosteneva la schiena. Avrebbe voluto guardare in faccia quelle persone e chiedere loro cosa diamine fosse successo. Le girava la testa, però, e focalizzare i pensieri era ancora difficile. Sentì un panno freddo che le veniva posato sulla fronte e cercò di tirare un sospiro di sollievo.

Man mano che la confusione nella sua mente si diradava, Amelia cominciò a guardarsi attorno, gli occhi appena un po' più aperti. Scoprì così che dei tre visi, due appartenevano a delle donne, mentre il braccio che la sosteneva era di un uomo dai capelli brizzolati e il viso scuro. Le due donne erano le amiche di Amelia, che preoccupate si alternavano nel posarle dei panni bagnati sulla fronte e le guance. La luce, forte e brillante, era quella del sole d'agosto, che picchiava oltre la tettoia di paglia. Amelia scoprì anche di essere distesa sulla sabbia nuda.

La strada nella Notte

 

 A ciascuna Persona senza nome

incontrata nei miei viaggi, senza la quale

non sarebbe stato possibile scrivere

una sola parola di questo libro.

I riccioli

 

1

il mare,
amo il mare
e le onde dei capelli
e la schiuma dei riccioli.

la spiaggia,
amo la spiaggia
e la sabbia della fronte
e le dune delle guancie.

lei,
amo lei
e gli occhi del mare
e i riccioli della sabbia.

Apatia

1

Il vuoto gonfiato eccede il suo punto.

Altro che noia guardare i rigurgiti di tale vulcano
per quanto invisibile e per quanto piccolo.
La testa comincia a girare e il cuore,
E nel silenzio si sente anche il battere dell'orologio.
Il vulcano non lo vedi però.

La noia comincia quando la causa si nasconde,
E il trepidare delle bocche del vulcano nascondono il vulcano stesso.
Si sbadiglia quando muore il protagonista di un film che non stai seguendo:
non ne sai il motivo.

Il cuore ne sa qualcosa,
ma perché perdere tempo ad ascoltarne i battiti quando sul paesaggio tuona
splendido il terremoto.

Le persiane

dedicato alla mia infinita nonna

Chiudi le persiane, che entra il gelo della notte!
E copri i tuoi pensieri con la giacchetta!

Mentre i libri mi leggevano,
mia nonna mi difendeva
e con un falsetto d'anziana
rondava contro il nemico.

La chiudo io la notte lì fuori
E abbottonati la giacchetta!
Che hai un pensiero di fuori!

Mai di giorno mi disse,  a parole:
Spalanca le persiane e tieni al Sole
I tuoi pensieri e la mia memoria

E mai a parole:
Se fa male chiudi gli occhi che entro io,
il tuo infinito amore,
a curare le bruciature
del pensiero più audace
e non preoccuparti se la memoria sbiadisce!
E dei baci che devi accudire il fiore,
affinchè anche senza luce
stia sempre dietro le tue persiane.