Tutti, ma dico tutti abbiamo sotto gli occhi lo scempio delle raccomandazioni in campo universitario. Eppure nessuno s'indigna, nessuno ci perde più di un secondo a pensare a tutti i collegamenti parentali che si possono fare in una facoltà. Fra secoli una risorsa per chi vuole ricostruire il proprio albero genealogico o studiare la genealogia di una famiglia sarà l'università e l'elenco dei professori che si succedono alle varie e numerose cattedre.
Io mi chiedo perchè ciò, che l'opinione pubblica e il buon senso rivela senza approfonditi studi di settore o sondaggi costosi, non viene rivelato a chi dovrebbe essere il garante delle pari opportunità. O dobbiamo pensare che chi assume tale ruolo sa, ma è inerme oppure pienamente colluso?
Certo non nego che un figlio di un preparato professore non possa essere altrettanto capace di mostrare talento e di talvolta meritare "un posto a tavola", tuttavia perdiamo tanto, perchè spesso il genio e la genialità si nascondono dove non ti aspetti che cresca. Affidandoti alle generazioni di un identico dna perdi il guizzo di chi, con l'animo e l'intelletto screvo da discussioni familiari pedanti e vuote, riesce a vedere quello che gli altri non vedono e che anzi trascurano. Certo la fatica e l'impegno fanno cultura ma non bastano da soli, senza quell'istinto da predatori dell'ignoto e della scoperta non si va da nessuna parte, e si rimane ancorati ad una realtà burocratica e fatisciente che è la nostra attuale università.
Quindi le autorità garanti delle pari opportunità sembrano non esistere e non aver mai invaso il campo dei baroni universitari. Il termine barone è quanto mai appropriato, perchè un autentico privilegio, che va indietro nei lustri e diventa ancestrale, merita un appellativo nobiliare senza tuttavia riuscire a discostare di troppo l' aurea negativa e medievale del termine. Come i baroni nella storia garantivano la terra dall'assalto degli infedeli, allo stesso modo i baroni di oggi proteggono la detenzione della cultura dall'assalto di chi è esterno alla loro casta.
E' ora che il governo attuale prenda atto di questi affronti alla vera liberarizzazione delle idee e della cultura. E' ora che invece di pensare alle liberarizzazioni frivole, cominci ad affrontare quelle vere, quelle che negli anni con la maggior durata avranno le migliori conseguenze. Non è possibile che la scelta di un dottorato sia quasi fatta a priori! Bisogna avere una figura garante che abbia un atteggiamento MENO MAFIOSO, e che sia ad effettiva tutela di tutti i candidati ai ruoli universitari.
Di certo nell'indifferenza politica sarebbe già una segnale forte di ripresa un semplice richiamo istituzionale ad un uso più corretto degli strumenti di selezione, tuttavia senza tale segnale si potrà solo parlare di collusione di interessi e di nient'altro.