Quasi sottotono e senza una chiaro dettaglio sui massmedia in queste settimane è accaduto uno scontro acceso fra la direzione del Banco Di Sicilia e la dirigenza del più grande gruppo bancario di'italia, l'Unicredit, di cui ormai fa parte anche il BDS. Quello che è successo ha un sapore antico ed ha lo stesso eco fallimentare di quando nel dopo Napoleone i Piemontesi o gli austriaci tentavano di regolamentare la sicilia e la sua economia, senza però riuscirci anzi accettando i ricatti dei baroni di un tempo.
Cambiano gli attori, cambiano i contesti, ma il copione rimane uguale. fermiamoci tuttavia ai fatti:
Mercoledi, 9 gennaio, il CDA(=consiglio di amministrazione)) del BDS decide di nominare Giuseppe Lopez come direttore generale dell'istituto non riconoscendo di fatto l'uomo di Unicredit, ovvero Roberto Bertola. E' un gesto forte, discutibile, che rimbalza sui mercati e sui mass media (con le solite pilotate attenuazioni di tono), in quanto una controllata pretende di scegliere i propri dirigenti autonomamente. Il presidente del CDA, Salvatore Mancuso, non si e' pero' limitato a questo, ha infatti scelto nei settori chiave del BDS persone a lui vicino e con molta esperienza nel banco. Insomma nessuna ingerenza da parte del gruppo Unicredit è permessa sui fatti siciliani del BDS.
La dirigenza del gruppo Unicredit, guidata da Profumo, non molla e si assiste per giorni ad uno scontro vero e proprio. A rappacificare gli animi ci pensa allora il mitico Cuffaro, che con il vessillo dello 0.6% posseduto sul gruppo bancario prova a chiarire, ma non fa altro che sottolineare il profondo rapporto di clientelarismo fra Politica e gli alti vertici del BDS. A conferma si legge sui giornali che tutte le nuove nomine di Mancuso sono persone indicate da Palazzo dei Normanni (ovviamente parenti ed amici dei deputati).
Dichiarazioni ultime sembrano ventilare la possibilità di un accordo che sani la questione e che assegni alla regione 2 poltrone d'oro nel CDA del banco. Se così fosse non è altro che la storia che si ripete. Sinceramente auspico dalla dirigenza di piazza Cordusio (Unicredit) una distanza netta, che aiuti noi a rigettare l'immagine ormai consueta di un'alta finanza che non può fare a meno nè della politica ne degli amici degli amici...
mentre scrivo queste righe Cuffaro è stato condannato per favoreggiamento di un boss della mafia, ma non della mafia stessa... lui è contento.... noi no.....