"- Dimmi, Tamura, cosa vedi dalla finestra?
Guardo la finestra alle sue spalle.
- Alberi, cielo, nuvole. Si vedono anche degli uccelli posati sui rami.
- Un paesaggio piuttosto comune, vero?
- Si.
- Ma se da domani, improvvisamente, non potessi più vederlo, forse per te diventerebbe un paesaggio molto speciale e prezioso, non credi?
- Si, credo di si
- Pensi mai alle cose in questi termini?
- Si
Mi guarda sorpresa.
- E quando ti succede?
- Quando sono innamorato, -rispondo."
Cosi va letto questo e forse tutti i libri di Murakami, come degli innamorati, perchè alla fine dell'ultima pagina tutti i personaggi scompaiono come inghiottiti dal nulla. E si prova una grande sensazione di vuoto come quando veniamo lasciati dall'amata. Sembrerebbe una cosa triste, straziante, ma nonostante continuiamo a leggerlo. Non importa se alla fine abbiamo sul viso i segni dell'abbandono, è più importante la sensazione di riprovare ogni volta ad innamorarsi e a riscoprirsi innamorati.
E poi ogni personaggio di questo romanzo sembra scoprire e cercare il paesaggio che c'è fuggito, il flauto magico che non suoneremo mai, il gatto con cui parlavamo e che adesso non capiamo più. Forse la mia è una lettura personale, che non rispecchia gli intenti dello scrittore, ma è questa la sensazione che provo toccando la copertina di questo ultimo romanzo: proprio come se mi avesse abbandonato e stranamente come per tutte le cose belle, non si prova nessun rancore ma...