Quando sei nato non puoi più nasconderti di M.T. Giordana

Riflessione amara e lucida sulla disuguaglianza di nascita e di fortuna è uno soltanto degli aspetti di questo film. Giordana, che ha sempre il pregio notevole di focalizzarsi su temi attuali con toni narrativi semplici ma efficaci, stavolta si concentra sui destini degli immigrati clandestini, che su barche sporche e malfunzionanti, messe a disposizione da gente senza scrupoli, cercano le coste europee in cerca di fortuna .

In Sicilia questo tema è fin troppo poco discusso ed è legato solo alla cronaca nera: appena i giornali si accorgono di qualche strage del mare, subito riparte la discussione politica frivola quanto temporanea. In questo periodo, d’inverno, poi le attenzioni sono al minimo e il silenzio permette alle reti criminali internazionali di organizzarsi con comodo e senza rischi in attesa dell’estate, quando il nostro mare tornerà ad essere un cimitero.

Giordana ci fa riflettere attraverso gli occhi di un bambino di famiglia agiata, che caduto in mare dalla bella barca a vela del padre, si ritrova a condividere la sorte di questi immigrati della speranza su un barcone sudicio e affollato. Si affeziona ad un ragazzo e alla sorella che lo proteggono dai malintenzionati scafisti e ne vuole condividere la sorte una volta sopravvissuti e arrivati nel centro accoglienza. L’adulta età bussa alla porta del protagonista in questo modo. Nei suoi grandi occhi leggiamo lo sforzo di comprendere il lato scuro della realtà e la diversità dei destini e la voglia di superare le diffidenze degli adulti verso chi è più sfortunato. Bellissimo il legame che si crea fra lui e la ragazzina immigrata, che non riuscirà mai a lasciare sola.

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