Lo sguardo da "sanbernardo" triste e ironico di Mastandrea è perfettamente incasellato nello splendido personaggio di Guido. Scrittore di piccole storie oniriche, in cui personaggi tristi trovano un attimo di felicità, grazie alle "capriole della tristezza", Guido non riesce a trovare, come nei suoi racconti, le stesse emozioni che rivalutano i suoi personaggi dal loro quotidiano grigiore. Così non a caso decide di imparare a nuotare, perchè un pò sott'acqua, mentre nuota, trova un mondo simile a quello della sua fantasia, un mondo dove solo il suo pensiero e la sua fantasia hanno voce.
In piscina Guido conosce Giulia, una donna che sembra essere venuta direttamente da quel mondo azzurro a fondo vasca. Fredda e malinconica, come gli occhi dell'attrice Valeira Golino, Giulia ha un duro passato ed il legame fra i due non può che avvenire proprio attraverso l'acqua, perchè è lì che il pensiero dello spettatore e di Guido può scindere la pesantezza del reale, i problemi angoscianti della vita e di Giulia, dalla leggerezza dei corpi che nuotano e danzano e dalla fantasia che tutto capovolge e tutto rende magico e facile.
In tutto questo, i personaggi dei racconti di Guido, partecipano attivamente come spettatori, sono quasi lettori della storia d'amore e di compassione fra Guido e Giulia. Ogni tanto non si capisce quale sia il racconto immaginato da Guido e la sua storia principale, la sua vita, e si rimane piacevolmente impressionati perchè comunque ogni fotogramma è una tassello del mosaico del film e da un dettaglio in più per capire il carattere schivo di Mastandrea, ovvero Guido.
Ora dopo aver visto questo film cercherò anch'io, quando piove un posto dove vendono ombrelli, anche se l'ombrello ce l'ho.... chissà...