Lo schermo nero di Black mirror richiama alla mia mente il nero dei romanzi di Chandler, e assomiglia maledettamente anche alle schermate degli iphone in accensione con poche differenze. Sono due somiglianze non casuali per questa serie TV che punta a demolire I vantaggi della tecnologia moderna in un futuro tanto prossimo a quello nostro, che non sembra un futuro, ma solo qualche giorno avanti al nostro. Ogni episodio parte da due presupposti: uno e' la diffusione di moderni sistemi elettronici ed informatici; l'altro e' l'uso distorto, nero, che si affianca alla fruizione corretta o meglio piu' pubblicizzata a vantaggio della diffusione della stessa tecnologie, e che e' possibile perche' la societa' e' malata dentro e non vuole la felicita' dei singoli, anzi coccola le sue idiosincrasie verso le etnie, debolezze dei gruppi o dei singoli a suo vantaggio. Le moderne teconologie diventano un estensione della voglia di potere e di controllo nell' inconsapevolezza delle migliaia di utilizzatori.
In ogni episidio si affrontano, in storie a se stanti, tutte le tematiche umane: dalla guerra all'amore, dalla solitudine emotiva fino all'esigenze sociali di comunicazione. Viene fuori una rilessione amara per cui non vi e' redenzione per ogni protagonista, ma solo la possibilita' di rifiutare la consapevolezza del'intrusione dolosa della scenza, di dimenticarsi del lato nero e di accettarne l'uso inconsapevole per cavalcare la massa, distinguersi da essa senza pero' l'illusione che possa essere per sempre.
Alla fine della serie viene la voglia di spegnere il cellulare, di disattivare I social e di andare vivere in un bosco. Io non ho fatto nulla di tutto cio', sono gia' dentro quello schermo nero, speriamo che non si rompa, come nella sigla, proprio adesso…. sul piu' bello …