Non c’è più niente da fare di Emanuele Barresi

 

copertina

Non c'è più niente da fare, un titolo, una commedia.

 

Una compagnia di teatro amatoriale livornese si riunisce per mettere in scena "La cavalleria rusticana", un omaggio a Verga, alla sua Sicilia e a compare Turiddu. Nonché alla lirica di Pietro Mascagni, livornese come la compagnia dei perseveranti, allegramente composta - si fa per dire – da una commessa di supermercato, un avvocato, due pensionati e un artista dalle tasche vuote. Un gruppo coeso in lotta contro il temibile Baiocchi, un imprenditore bamboccione che vorrebbe far chiudere i battenti al teatro per sostituirlo con la filiale di una banca.

 

scena

È un film molto semplice, ironico e, a volte in dialetto livornese, che ho avuto modo di vedere vicino al regista, Emanuele Barresi, un livornese dalla passione per il teatro..la qualità non è eccellente e, apparte Rocco Papaleo non ci sono grandi nomi, ma ci sono grandi sentimenti. Mentre lo vedevo avevo la percezione anch’io di far parte di quel teatro, di recitare, sognare e lottare con loro. Per due ore ho lasciato il pianeta terra e mi sono immerso in quel mondo livornese così diverso dal mio ma fatto di persone come me. In fondo dalle piccole finzioni nascono sempre le sensazioni più vere.

 

 

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