Il giappone è una terra remota che ai più magari appare incomprensibile, futuristica e in parole povere diversa. Eppure fra Italia e Giappone vi sono delle evidenti analogie, molte create dalla comune sconfitta nella seconda guerra mondiale, altre magari spiegabili con il semplice fatto che siamo uomini a prescindere dalle banali differenze epidermiche.
La sconfitta nell'ultima guerra mondiale ha creato in entrambi i paesi quasi 40 anni di predominio di un unico partito, il quale ha ceduto il potere solo dopo la caduta del muro di berlino. In entrambi la criminalità organizzata è una forza economica, mediatica e con una rappresentanza politica.
In questo contesto storico si inserisce uno dei più interessanti manga giapponesi, che abbia mai letto: Sanctuary sceneggiato da Sho Fumimura e disegnato da Ryoichi Ikegami.
La trama e' l'intreccio di due storie: una nell'ombra narrà l'ascesa ai vertici della yacuza di Hojo - una figura semplice e fanciullesca dal passato oscuro -, l'altra in piena luce racconta la carriera politica di Asami e la sua lotto contro i "dinosauri" della politica.
I due personaggi sono legati da un filo, che non ci e' dato vedere ne comprendere fino agli ultimi episodi, e questo legame che sembra essere di sola amicizia e fratellanza fa si che nessuno dei due riesca mai cadere, nonostante l'ambizione e la voglia di rivoltare l'intero giappone da cima a fondo, dall'ombra alla luce.
Non voglio rivelarvi le motivazioni vere che spingono i due, tuttavia e' esplicito nel fumetto che qualsiasi cambiamento di una società come quella giapponese non può essere fatta che su due piani paralleli. Quello politico delle istituzioni e quello criminale delle organizzazioni mafiose.
Il manga eccede e arriva a ipotizzare che sia necessaria una legalizzazione della Yacuza in organizzazione commericale globalizzata, per potere estirpare da questa il germe della violenza e per rendere il suo controllo del territorio una fonte di prosperita e di crescità. Sicuramente sono idee che non hanno forse nessuna possibilità pratica, in quanto cozzano con la stessa natura della mafia di industria globalizzata della violenza.
Tuttavia che il risanamento di un popolo stia nella rigenerazione della politica rappresentata da Asami e nella svolta ideologica e strutturale delle mafie a supporto della stessa politica e' un' affascinante ipotesi. Le mafie infatti rappresentano per le oligarchie democratiche una forza paramilitare, spesso indipendente e pericolosa, ma occulta proprio perchè a difesa di oligarchie democratiche. Una riforma seria non può prescindere da cambiamenti nel tessuto politico, economico e militare.
I raffronti con la Sicilia sono talmente tanti che lascio alla vostra fantasia di giudicare le gesta di Asami e Hojo. Anzi vi invito a lasciarvi ammaliare dai tanti altri personaggi della saga. Sono tutti archetipi delle caratteristiche umane, ma per questo ci si affezziona tanto a loro.
Parlando di difetti del fumetto, ho riscontrato un certo maschilismo e una scelta editoriale di creare delle svolte a fine di ognuno dei 12 episodi che nuociono alla linearità della trama.