Caris in un mondo senza fine

 

copertina libro

Ho cominciato a leggere "mondo senza fine" di Ken Follett  perchè l'avevo in libreria ed era lì a chiedere giustizia con la sua mole non indifferente.. eppure dopo qualche pagina ho cominciato a divorarlo.. Ero tremendamente affascinato dal racconto della vita ordinaria fra il meschino ed il meraviglioso della povera gente nel medioevo... La novità però non è durata tanto e la scrittura forse un po scarna di Follet, unita ad una trama forse non troppo intrecciata e allungata in stile telenovela, hanno sfiancato il mio entusiasmo iniziale. Tuttavia su tutti il personaggio di Caris ha colpito la mia immaginazione di uomo e forse, in questo periodo, di single alla ricerca.

 

 

Caris è una donna forte, che vive di passioni e che, nonostante, vuole realizzarsi come persona e non sentirsi mai nè inferiore nè sottomessa ad un uomo. Per questo rifiuta ripetutamente il suo uomo, Merethin, perchè sa che sposandolo non darà un significato alla sua vita se non quello di moglie e madre dei "suoi" figli; non riesce proprio a pensarsi senza una definizione, una missione nella società come farebbe qualsiasi uomo prima di mettere su famiglia.

Ma avere queste pensieri nella società maschilista e retrograda del medioevo è quasi una presunzione, ed infatti Caris la sconterà tutta.

Splendido è, secondo me, l'alternarsi durante il dispiegarsi romanzato della sua vita della sua esigenza di donarsi con passione al suo amato contemporaneamente alla sua esigenza di identità. Questi due bisogni cozzano fortemente all'inizio nel suo animo e finiscono per condannare i due amanti alla distanza e a due vite fisicamente parallele, che si congiungono sempre con il pensiero e la malinconia.

Non mi sembra giusto anticiparvi le motivazioni e il finale, ma ancora adesso passeggiando nei viali della mia fantasia mi sembra di aver incrociato una persona, Caris, viva, bella e piena di di quel pathos che rende la vita malinconia, forse a volte triste, ma infinitamente meravigliosa.

Nient'altro da dire sul romanzo che non mi ha lasciato nulla se non la delusione di essermi perso ancora una volta' l'essenza del medioevo..

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