Una scacchiera
di alberi mutilati,
senza braccia
per coprirsi dal vento,
e di anime scolpite
dalla guerra in statue:
in mezzo il Reno
lava se stesso
con spugne di mattoni rossi
e schiuma di edifici distrutti, di fantasmi
di cuori andati,
pieni ancora
di birra e vento.
La sera le luci ambrate
riflesse dei boccali,
dissolvono il passato.
Rimangono le lanterne a gas,
ammiccanti alle vie, all'odore
della gente, e alle finestre
dai camini sorridenti.
Ed una enorme voglia di Te
che non esisti.
Ti sorprende il Reno
in sottofondo
che culla tutto.
II
Te,
che non esisti,
sei un punto di questo cielo,
un aquilone che un bimbo
ancora insegue.
Te,
che non esisti,
sei solo un albero
di questo paesaggio,
ma che dell'autore
è la firma.
Te,
che non esisti,
sei il respiro sordo,
di un torrentello
strozzato in mezzo.
Te,
che non esisti,
sei lo stupore
sul mio volto
ed il lampo
di uno scoiattolo che fugge.