Simonetta Agnello Hornby, in realtà, descrivendo il personaggio della Mennulara, raffigura e stigmatizza l'essenza sociale di una pease Siciliano. Il libro inizia con l'annuncio della morte di Maria Rosaria Inzerillo, "La Mennulara", e poi con un cambio di scena alla volta spiega le reazioni di un paese a questa morte. Ne viene fuori una sinfonia a più voci, una coralità che ha una radice di verità nella quotidianità di un piccolo paese siculo, dove ognuno dice la sua ad alta voce e con una cortesia studiata e artificiosa.
La Mennulara la si incontra in qualsiasi vicolo dei paesi siciliani, rappresenta quell'argomento che carica di ricordi, pettegolezzi ed emozioni di cui vale la pena discutere al bar con gli amici e i parenti. Chiaramente ogni opinione è diversa, altrimenti non sarebbe fonte di dibattito. La bugia, come un leggero cambiamento di un solo aspetto della verità, è ammesso ed anzi contribuisce ad arricchire le curiosità. Certe volte si decora la discussione con ilarità, certe volte con un pizzico di malizia e spesso con una ragione lontana che si spegne nella lontananza della storia e cultura siciliana.
Poi c'e' la sensazione che questo salotto fittizio sia chiuso allo straniero e che ogni pensiero sia alla fine della giornata chiuso in uno scrigno! Ma non per il tedesco ignaro, ma anche per il vicino di paese o addirittura per il paesano fastidioso che "queste cose" non può capire nè forse ha il diritto di intendere.
Ecco il romanzo riesce benissimo a parlare dell'"indicibile" siciliano materializzandolo nell' alter-ego di una "criata", la serva della famiglia altolocata e borghese degli Alfellipe, appunto la Mennulara. Lei ha tutte le caratteristiche opportune: diversi segreti nascosti e lontani nel tempo, una storia d'amore "indicibile" perchè passionale e un ipotetico e "indicibile" legame mafioso, le cui origini sono inspiegabili all'apparenza, ma le conseguenze chiare per tutti. La Mennulara ha la protezione della Mafia locale e nessuno può permettersi di infangare la sua persona al di fuori del salotto suddetto e ogni verità scoperta o accennata va poi richiusa nello scrigno.
Eppure la spiegazione dei cambiamenti sociali dell'ultimo secolo di storia di Sicilia è contenuta in quello scrigno. La spiegazione del perchè le classi nobiliari sono fallite sotto il peso di debiti e della loro stessa mediocrità, mentre i "servi" ascendevano al controllo dell'economia e alla stabilità delle apparenze, anche se spesso come semplici prestanome della mafia o di "signorotti" moderni.
Infine volevo sottolineare che alla fine le chiavi di questo fantomatico "scrigno" sono tenute da tre persone: il medico del paese, il prete benvoluto e il capomafia locale. Lo stato è realisticamente assente, persino dalla coralità dei dibattiti.