i film di kim ki-duk insieme hanno la potenza espressiva e figurativa di una mostra di quadri di un artista simbolista. In effetti il simbolismo poetico e il realismo piu' crudo e fatale si mescolano nelle sceneggiature dei suoi film, creando una miscela esplosiva di allusioni e descrizioni. L'isola, il primo film di successo, e' il primo e riuscito passo verso la "guernica" cinematografica del regista coreano.
La protagonista del film e' una "strega circe" che abita un lago, le cui acque sono il protagonista assoluto e nello stesso tempo lo sguardo limpido del regista. E' una ammaliatrice di uomini che illusi credono di usarla ma che alla fine rimangono soggiogati e addirittura menomati da lei.
La realta' frenetica ed industriale la si sente nella stanchezza e nelle fisime degli uomini che cercano serenita' nel lago e nelle grazie della "strega", tralaltro bellissima. A tratti prorompe un realismo sarcastico nella descrizione, sempre pittorica ovvero con poche pennellate, dei tratti dei personaggi, e nella descrizione delle sensazioni vissute dai protagonisti.
Tutte le scene sono cullate dal mare e dal cielo e impreziositi dai loro colori dal tramonto fino all'alba. La fotografia e' semplicemente strepitosa e cerca quasi sempre di curare le ferite di chi guarda il film e soffre per la solitudine e l'infelicita' dei protagonisti.
E' il film gemello di "primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera...", e ne anticipa le tematiche e le suggestioni.