La storia di quasi 32 milioni di vedove indiane non si riesce a contenerla nè fra queste righe nè in qualsiasi altra opera. Quindi non proverò neanche a parlare di loro e delle loro tristi vicende, perchè non ne avrei la sensibilità. invece vedetevi questo film e lasciatevi accarezzare dalla bellezza dei paesaggi all'inizio a preludio di una storia viva e reale.
Due immagini mi sono rimaste impresse nella mente alla fine del film. Ambedue legate. La prima riguarda una dolce vecchietta rannicchiata sempre per terra che sa dare solo sorrisi ed ha un solo desiderio: un dolce dal nome incomprensibile (per noi non indiani) e dal sapore prelibato, quasi un ultimo desidero dopo la delusione dell'esistenza. Quanto avrei voluto poterglielo portare....
La seconda riguarda il fiore di loto che mai viene sporcato dal fango, pur vivendoci sopra. Così una delle protagonista del film vede la vita nonostante.
Un fiore di loto è la dolce vecchietta, anche lei vedova. Un fiore di loto è la bambina vedova, altra protagonista, e un altro fiore di loto è Ghandi che alla fine fa la sua apparizione. Il fango, come se in india non ce ne fosse abbastanza, come sempre siamo anche noi occidentali a portarlo.....