La bellezza nei film non sta solo nella trama, ma nella caratterizzazione dei suoi personaggi in relazione alla scene allestite. In "As Bestas" c'e' l'ambientazione della montagna nella sua eccezione forse piu' bucolica, primaverile o estiva con l'eccezione degli scorci finali invernali quando la trama vuol farci sentire la solitudine della protagonista femminile. L'intestino di questi posti e' raffigurato dall'interno di un bar e dalle serali discussioni abbrutite, che ivi si svolgono, dopo una giornata di lavoro sfiancante.
Alla luce artificale del bar avvengono dei dialogi duri e senza scampo, in cui la comunita' ristretta, di un paesino dei Pirenei spagnoli, accoglie l'appena arrivato " francesino" che, con la propria compagna, porta con forze idee proprie e diverse. Ne nasce uno scontro in cui I personaggi diventano fanciulli che si scontrano per il "gioco non condiviso" e dove il bullismo diventa ammesso e sistematico fra gli adulti. Ci sono tutti I meccanismo dell'odio infantile e primordiale che si fa sempre piu impermeabile al buon senso e alla ragione. Persino la polizia allertata non fa che allargare le braccia nell'impotenza.
C'e' anche il razzismo di fondo fra due nazionalita' europee, che tanto inorridisce nei nostri giorni contemporanei della comunita' europea, ma c'e' sopratutto lo scontro forte fra ignoranza e cultura. In questo contesto i "cattivi" sono perfettamente raffigurati ed interpretati in modo magistrale da un padre e figlio, non istruiti, che sembrano ammorbati dal disagio del confrontarsi, al punto tale che lo sguardo allucinato e psicopatico del figlio denuncia di continuo l'incapacita' di non soccombere alla modernita'.
C'e' un alone di violenza nel film che sottintende la vita dura della montagna e a cui fa da contraltare la voglia di lavorare sodo e superare ogni difficolta'. Questo e' per molti tratti l'unico alone salvifico del film, che affranca dal male percepito, ma non e' sufficiente. La Tragedia nel film arriva ed esalta i rapporti personali dei protagonisti, ovvero la coppia francese con la figlia che vive fuori in citta' e che non giustifica le dinamiche della comunita' e ne ha giustamente paura.
I dialoghi fra la mamma e la figlia sono di una bellezza attoriale unica e conciliano con il cinema piu bello. Non rappresentano solo lo scontro fra la campagna e la citta', ma fra generazioni in cui il sacrificio ha perso il suo valore di consacrazione del quotidiano, magari a ragione, e l'amore di una vita banalizzato dalla fluidita' delle relazioni di oggi.
C'e tutta la vita in questo film con I suoi sentimenti piu intimi e bestiali, come il titolo del film, raffigurati a tinte chiare, forti perche' tutti abbiano la possibilita di vederli e valutarli, forse comprenderli, no… e' troppo certe volte.